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ANDROPAUSA E ASPETTI PSICOLOGICI di Sabina Garofalo - sessuologa di Aied Napoli

La situazione psicologica, già di fondamentale importanza anche nel vissuto maschile, diventa essenziale al momento dell'andropausa, quando possono manifestarsi sindromi depressive. E’ qui che si svelano fisiologiche modificazioni delle fasi dell'atto sessuale, che se non conosciute scatenano un'ansia da prestazione, con paura di fallire e senso di colpa e di vergogna per l'eventuale fallimento. Studi epidemiologici hanno evidenziato, dopo i 40 anni, un progressivo peggioramento delle caratteristiche seminali; da un punto di vista sessuologico, il quadro diventa drasticamente più evidente dopo i 60 anni: la fase dell'eccitamento è prolungata, con un ritardo nell'ottenimento della erezione, vi è una diminuzione del piacere e una più rapida detumescenza. C’è una attenuata risposta alle stimolazioni psico-visive, fantasie erotiche e una minor sensibilità alle stimolazioni tattili, che per avere effetto devono essere più intensi.Gli atteggiamenti prevalenti sono di rinuncia, a volte di paura del fallimento nelle prestazioni sessuali, di chiusura e isolamento o di aggressività, irritabilità e sospettosità. Gli effetti psicologici negativi dell'andropausa sono legati anche alla stabilità dell'equilibrio psicologico raggiunto nelle precedenti fasi e alle capacità di adattamento individuali ma anche alle esperienze che si vivono durante la stessa età senile. Infatti, per quanto riguarda la sessualità, così come la donna dopo la menopausa, anche l'uomo dopo l'andropausa può mantenere una soddisfacente attività sessuale. Il processo di adattamento al nuovo status, può essere vissuto e indirizzato meglio solo se viene riconosciuto, liberato dalla connotazione di malattia e accettato con il suo diritto di esistenza.

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